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Sonata a quattro mani |
Natale 1788
Oscar allung� la mano per ricevere il suo regalo: un fascio di carta arrotolata e fermata da un fiocco rosso. Sulla carta bianca i segni familiari delle note musicali. Spartiti.
�Grazie, Andr�.� disse, sciogliendo il fiocco e scorrendo i fogli con lo sguardo. �Ma sono tutte cose recenti di Mozart, mi mancavano!�
�Lo so, ho pensato che potessi gradirle... � tanto che non ti sento suonare, forse ti serve qualcosa di nuovo.�
Oscar incresp� le labbra. Era vero... era diverso tempo che non suonava il pianoforte. Tra turni e stanchezza, spesso rientrava nella sua camera e si dirigeva subito al suo letto, per crollarci sopra sfinita. Non aveva nemmeno pi� tempo per il suo passatempo preferito. E poi, se Andr� non era l� per ascoltarla... non era la stessa cosa. Lui non aveva pi� osato entrare nella sua camera da quella sera. N� lei l�aveva pi� invitato.
Fino ad ora.
�Andr�, voglio provarli, vieni, ti faccio sentire qualcosa.� E lo invit� con un cenno, mentre iniziava a salire le scale.
Andr� deglut�, mentre il cuore palpitava. �Calmo -si diceva- calmati...� La segu� colmando di corsa la distanza che li aveva separati, salendo le scale subito dietro di lei.
Quando lei apr� la porta, gli sembr� di entrare di nuovo in un luogo conosciuto e allo stesso tempo estraneo. Esit� un attimo sulla soglia.
�Vieni.� disse lei, accomodandosi sullo sgabello del piano. Lui entr�, mettendosi al solito posto per ascoltare la sua musica. Oscar sorrise. S�, adesso poteva suonare. Prese il primo spartito e attacc�. La musica riemp� la stanza, riportandoli alla dolce sensazione di pace e felicit� che li invadeva di nuovo, dopo tanto tempo, quella sensazione familiare che avevano quasi dimenticato e che ora... li faceva sentire ancora vivi.
S�, ecco, lo sapevano entrambi, ecco cosa mancava: le loro piccole gioie, la loro vita quotidiana.
Oscar ormai aveva fatto chiarezza nel suo cuore. Guardava il viso di Andr� che aveva assunto una buffa espressione beata, la stessa che assumeva sempre, quando, socchiudendo gli occhi, godeva della sua musica. Dio, quanto amava quell�uomo!
Ora stava a lei fare il primo passo per avvicinarlo. Da diverso tempo si tormentava nell�indecisione e nella paura. Voleva dirglielo, ma non sapeva come. Come confessare il proprio amore ad un uomo che ha promesso di non toccarti mai pi�. E aveva mantenuto la promessa, non c�� che dire. S�, non c�era altro da fare che farsi forza e... forse... ecco!
Sorrise fra s�, scorrendo l�indice sugli spartiti: �Ma questo spartito � da suonare a quattro mani!� esclam� Oscar. �Sonata in do maggiore.[1] Sembra molto bella, ed � nuovissima, � stata scritta appena l�anno scorso.�
Andr� si riscosse. �A quattro mani? Devono avermela data per errore. Scusa, non ci ho fatto caso.�
Oscar sorrise scoprendo i denti candidi: �Non c�� problema, Andr�... ti ricorderai ancora qualcosa delle lezioni del maestro Lapierre, no? Dai, proviamo a suonarla insieme!� disse, scostandosi sullo sgabello per fargli posto.
Andr� era rimasto senza parole per lo stupore. Ma non perse tempo e si sistem� subito accanto a lei. �Temo di non ricordarmi granch� disse in un sospiro.
Oscar gli rivolse un sorriso incoraggiante. �Non c�� problema, ti aiuto io.�
Posizion� lo spartito e fece un cenno ad Andr� per iniziare a suonare.
Il primo movimento, Allegro.
Non male dopotutto, Andr� non aveva poi dimenticato come suonare, solo che... Oscar si ferm� di colpo.
Andr� si ferm� a sua volta e chiese, un po� preoccupato: �Ho sbagliato qualcosa?�
Oscar scosse il capo. �No, no... � solo che... la posizione delle mani non � corretta. Se continui cos� ben presto ti verr� male al polso. Devi tenerlo pi� rilassato, cos�.� E mentre parlava prese la mano di Andr� per correggere la posizione. La sua mano era calda... e morbida... e grande... Oscar si riscosse, ritraendosi bruscamente. �Ora possiamo continuare.� disse imbarazzata.
Andr� non sapeva che pensare. Sembrava quasi che lei avesse provato qualcosa, toccandolo... sperava, o si illudeva? Cerc� di scacciare quel pensiero e di concentrarsi sulla musica. Voleva godere fino in fondo di questa rara possibilit�, di questi attimi accanto a lei, a inebriarsi del suo profumo, a sfiorarle i fianchi con i suoi. Deglut� per la seconda volta nella serata. Decisamente era meglio concentrarsi sulla musica. Ma come poteva, con quella ninfa dei boschi seduta accanto a lui, dea discesa dall�Olimpo a sorridergli dolcemente? Decisamente era meglio anche darci un taglio con i deliri mitologici! La musica continuava a fluire e a riempire la stanza.
Andante...
Oscar si morse il labbro... accidenti... stava quasi per riuscirci. Doveva essere pi� diretta, e vincere l�imbarazzo e la paura. Accidenti! Non era mai indietreggiata davanti a niente, nemmeno davanti ai nemici o ai pericoli pi� terribili, ed eccola qua, ad esitare davanti all�uomo che amava! Lui sembrava concentrato sullo spartito, a seguire la musica, ed era dannatamente... bello! Oscar lanci� uno sguardo concupiscente all�oggetto del suo amore.
Allegretto...
Sapeva di dover fare qualcosa, il pezzo era ormai quasi finito. Le loro mani volteggiavano veloci e aggraziate sulla tastiera, vicine... molto vicine... si sfioravano quasi. La sua mano scivol� su quella di lui.
Andr� sussult� e si volt� verso di lei: �Che c��, ho sbagliato di nuovo?�
Oscar non rispondeva. Sembrava immersa in pensieri cupi. �Oscar... che cosa c��?�
Lei si riscosse e si volt� verso di lui. Andr� vide i suoi occhi color del cielo mattutino brillare delle ultime stelle, poi vide le stelle trasformarsi in stelle cadenti e lasciare delle scie luminose sulle sue guance. Oscar piangeva!
�No, Andr�, tu non hai sbagliato... sono io che ho sbagliato...�
Andr� gir� lentamente la sua mano sotto quella di Oscar, per stringerla e attirarla a s� mentre con le dita dell�altra mano, esitante, lentamente, delicatamente, asciugava quelle lacrime. �Oscar...�
Le dita di Andr� trasmettevano calore, e Oscar sentiva un dolce tepore invaderle le membra, ma tuttavia, anche un dolore, una paura... �Andr�, io ho sbagliato... ho sbagliato a pensare di allontanarti da me. Perdonami.�
Andr� la guardava, una luce nello sguardo si era accesa, tremante. �Oscar... tu non mi hai mai allontanato dal tuo cuore, anzi, mi hai perdonato per quello che ho fatto... e avresti potuto mandarmi via davvero, farmi trasferire in un altro reggimento, ma non l�hai mai fatto. Mi hai sempre lasciato vicino a te, come desideravo... non posso nemmeno pensare di starti lontano, lo sai...�
Oscar distolse lo sguardo, stringendo le labbra. �Sono molto meno generosa di quanto pensi, sai? No, sono egoista, sono io quella che non voleva lasciarti andare, e tenerti vicino a me. E mentirti, non dicendoti la verit�, perch� avevo paura... paura di quello che provavo e che non riuscivo a dirti... perch� io... io... oh, ma come fai, � possibile che tu possa amare davvero una persona come me?�
Andr� le pass� la mano sul volto in una carezza, facendole dolcemente voltare il viso di nuovo verso di lui, in modo che potesse vederlo bene, e disse deciso: �Io ti amo e ti amer� sempre, Oscar. Non posso farne a meno, come non posso fare a meno di respirare per vivere. E non ho niente da perdonarti, Oscar, per questo amore che � pi� grande di qualsiasi cosa, anche delle nostre debolezze.�
Gli occhi di Oscar si riempirono di nuovo di lacrime, mentre sulle sue labbra affioravano finalmente in un singhiozzo le parole che non voleva concedersi di dire: �O... oh... Andr�... anch�io ti amo... ti amo tanto!�
Andr� l�accolse fra le sue braccia, accarezzandole i capelli per calmare il pianto che la scuoteva, mentre dava finalmente corso alle emozioni represse per tanto tempo. E poco dopo il sussurro di Andr�: �Oscar... mi stai bagnando la camicia, sai?�
Oscar rialz� gli occhi infuriati, adirata a sentirsi prendere in giro, e Andr� ne approfitt� per chinarsi sul suo viso e rubarle un bacio. Uno sfiorare di labbra, dolce e leggero... Oscar rimase interdetta un attimo, poi, vedendo il sorriso di lui, sorrise a sua volta. E alz� le mani per intrecciarle dietro alla sua nuca e chiuse gli occhi per offrirsi ad un altro bacio. Questa volta pi� lungo, e intenso. Le labbra timide, ma curiose. Il soffio caldo. Mordicchiarsi a vicenda, dolcemente, per socchiudere le bocche l�uno all�altro, e assaporarsi. E poi lasciarsi, per riavvicinarsi di nuovo, e unire ancora quelle labbra che non desideravano altro che congiungersi, spinte dal desiderio bruciante. Oscar apriva le labbra per lasciare entrare la lingua di Andr�, e farsi prendere e carezzare la propria lingua, con un movimento che era preludio e promessa di un�altra unione. Un gemito le usc� dalla bocca, quando Andr� inizi� a scendere lungo la mascella, baciandola, e poi la guancia, il lobo dell�orecchio.
Andr� la stringeva con passione, baciandola lungo il collo, provocandole tremiti sconosciuti, e un calore dentro al ventre che non credeva di poter sopportare; ed una mano virile si avventurava sotto alla sua camicia, mentre lei, prima impercettibilmente e poi sempre di pi�, si spostava indietro per sottrarsi inconsciamente a quell�assalto ardente.
La sua mano sul seno, un grido soffocato da un bacio e un tonfo sordo! Oscar era caduta dalla panca, trascinandosi addosso Andr�.
�Maledizione, che botta!� ringhi� Oscar.
�Ti sei fatta male?� Andr� le chiese, preoccupato.
�No, no... per� sollevati un po�, mi stai schiacciando!�
Andr� si sollev� un poco, appoggiandosi sugli avambracci, e ostentando un sorriso tra il beffardo e il contrito. �Ecco... scusami Oscar, � colpa mia... stavo andando troppo in fretta...�
Oscar scosse la testa... �No, no, sono io che mi sto comportando come una vergine spaventata...�
Andr� soffoc� una risata: �Ma tu sei vergine...�
Oscar lo fulmin�: �Andr�!�
Per rabbonirla le pos� un bacio leggero sulle labbra. Lei sospir�: �Andr�... oggi compio 33 anni, non dovrei...�
�Uhm... s�, hai ragione, non dovresti essere ancora verg...�
�Andr����! Brutto st...� e fece per dargli un pugno, prontamente intercettato, mentre Andr� di nuovo le chiudeva la bocca con un bacio.
Andr� si stacc� da lei, ridendo. �Oscar, scusami, sono cos� felice... ma ti prometto che non far� nulla che tu non voglia... l�amore si fa in due, come in due si suona una sonata a quattro mani... voglio che tra noi ci sia solo armonia, e gioia.�
Oscar lo respinse, falsamente imbronciata. �Sciocco. Aiutami ad alzarmi, tirati su!�
Andr� sorrise ancora, divertito alla reazione di Oscar, e si alz� spingendo da parte lo sgabello. Le tese una mano, che lei afferr� con un grugnito, e la tir�, aiutandola ad alzarsi e con il medesimo movimento la attir� a s�, nel suo abbraccio caldo. Oscar sent� di nuovo quella dolce sensazione di calore invaderla, ma Andr� non doveva passarla liscia... eppure... come stava bene in quell�abbraccio.
Lev� gli occhi per guardare il suo viso sorridente, e alz� le braccia per cingergli il collo, alzandosi sulle punte dei piedi: ora il suo corpo aderiva perfettamente a quello di lui, lasciandolo senza fiato.
Andr� la cinse sempre pi� strettamente nel suo abbraccio, carezzandole la schiena, premendo cos� il suo seno sul suo petto. Il suo respiro sulla sua bocca... lei la schiuse leggermente, esitando nello sfiorargli le labbra... lui la assecond�, lasciando a lei l�iniziativa di quel bacio.
Oscar si ritrov� a compiere gli stessi gesti con i quali Andr� l�aveva guidata nel loro primo bacio. La sua lingua, timida e furtiva, cercava quella di lui, la trovava e l�accarezzava... e il bacio diventava sempre pi� ardente, mentre il suo bacino si incollava al suo. Oscar ben presto sent� la virilit� di Andr� esprimere il desiderio di lei. Si sent� intimidita, ma allo stesso tempo audace, e potente: lui era alla sua merc�, sopraffatto dal desiderio. Stacc� la bocca dalla sua, tracciando una scia di piccoli baci sulla sua mascella, fino a raggiungere il lobo del suo orecchio e mordicchiarlo.
Andr� gemette di piacere... non immaginava che lei potesse rispondere cos�. Oscar respirava il profumo di Andr� baciandogli il collo, inebriata da quell�odore maschile, assaporava la sua pelle leggermente salata dalle gocce di sudore, mentre la sua mano affondava nella scura capigliatura, accarezzandogli la testa. Anche Andr� le carezzava i capelli, affondando il viso tra i riccioli dorati. Andr� sussult� sentendo una mano delicata e morbida scivolare nella scollatura della sua camicia aperta sul petto: la mano di Oscar si era avventurata ad accarezzargli i pettorali. Lei era meravigliata al sentire sotto al suo palmo quei muscoli fermi e quella calda pelle virile, e il suo respiro si stava facendo affannato, come quello di Andr�. Strapp� ad Andr� un gemito ancora pi� forte, quasi disperato, quando con la punta delle dita gli sfior� gentilmente un capezzolo.
La vendetta � un piatto che va servito freddo... lei invece sentiva caldo, molto caldo.
Un brivido le percorse la schiena quando la mano di Andr� a sua volta oltrepass� la barriera della sua camicia: le sembrava che al contatto la sua pelle si infiammasse, per il calore che emanava quel tocco. Sent� la sua mano chiudersi sul seno, e gemette sentendosi toccare nello stesso modo, con la stessa dolce tortura che aveva pochi istanti prima riservato a lui.
Si riscosse... doveva farlo ora! Punt� le sue mani sul petto di lui, per allontanarlo un poco, e disse: �No.�
�No?� fece eco Andr�, spalancando gli occhi per la sorpresa.
�No... ehm... non me la sento di andare oltre, Andr�, per adesso... e tu hai promesso che non farai niente che io non voglia. Cerca di capirmi... � tutto nuovo per me... ho bisogno di tempo...�
Andr� assunse un�espressione seria e lasci� la sua presa, sciogliendo il suo abbraccio.
Era visibilmente deluso, ma voleva tener fede alla sua promessa: anche questo era un modo per dimostrarle il suo amore. La desiderava, s�, ma la voleva sicura di donarsi a lui, senza esitazioni o ripensamenti, voleva che anche lei lo volesse davvero. E l�attesa avrebbe solo aumentato il piacere, ora che aveva il suo amore: gi� questo bastava a renderlo pazzo di gioia.
Le pos� un casto bacio sulle labbra, appena sfiorandole: �D�accordo, Oscar, aspetter�. Ti amo tanto.� La fiss� un momento negli occhi azzurri, poi si gir� per uscire dalla stanza.
Oscar avvertiva in s� sentimenti contrastanti: la vendetta non era poi cos� dolce, davanti a quello che perdeva. Forse la punizione poteva essere di breve durata... prima ancora di finire quel pensiero ud� la propria voce quasi gridare: �Andr�, fermati!�
Andr� si blocc� davanti alla porta, la mano sulla maniglia, girandosi verso di lei, interdetto.
�Oscar... dimmi.�
�Andr�, non andare via. Vieni qui vicino.�
Lui ritorn� sui suoi passi, e si mise proprio di fronte a lei, in un atteggiamento di attesa: Oscar era visibilmente a disagio ma lui non capiva bene cosa stesse succedendo.
Fu il turno di Oscar di deglutire quella sera, prima di dire: �Scusami, Andr�, non volevo che tu andassi via, in realt�. Io... volevo farti un piccolo scherzo, per vendicarmi delle tue parole di poco fa.�
Andr� ancora non aveva realizzato, quando finalmente si rese conto a cosa Oscar si riferisse. Rimase a bocca aperta, in una buffa espressione a met� tra lo stupito e l�interdetto.
�Cio�... per quello che ho detto sulla tua... ehm...�
Oscar fece cenno di s� col capo, arrossendo.
Andr� sorrise, intenerito: per quanto volesse negarselo o nasconderlo, Oscar era in fondo una donna come tutte le altre! E aveva avuto un comportamento decisamente femminile!
�Sei una vera peste, Oscar... adesso siamo pari?�
Oscar fece di nuovo cenno di s�, il viso in fiamme e gli occhi a fissare il pavimento.
�Allora... possiamo ricominciare?� fece lui con un sorriso malizioso, per provocarla.
Oscar rialz� gli occhi, ritrovando la sua fierezza guerriera: �Certo! Vieni!� e prendendogli la mano bruscamente, inizi� a guidarlo alla sua camera da letto.
Andr� si blocc�, poco prima di entrare, costringendo anche lei a fermarsi. �Che c'�?� chiese Oscar, un po� allarmata.
Euh... Oscar, sei davvero sicura? Voglio dire... lo sai che se entro in questa camera io...�
Oscar gli rivolse uno sguardo pieno d�amore: ecco il suo Andr�, tenero e premuroso come sempre. Con quell�assennatezza da vecchio saggio. Che era ora di mettere un po� da parte.
�S�, Andr�, sono sicura. Voglio davvero che tu resti con me stanotte. Come se fossi tua moglie.� disse arrossendo di nuovo.
Andr� l�attir� a s�, e la baci� con passione, sussurrandole poi all�orecchio, con un tono rauco che lei non aveva mai sentito: �Tu sei mia moglie.�
E, allacciati, entrarono nella sua camera da letto.
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Oscar apr� lentamente gli occhi, ancora assonnata. Sbatt� le palpebre, come per rendersi ben conto della realt� in cui si trovava. Era nel suo letto, ancora immerso nella notte che schiariva verso l�alba, e si stringeva al corpo di Andr�, sdraiata sul suo fianco sinistro, incollata alla sua schiena. Lo abbracciava da dietro. Si sollev� un poco, piegandosi su di lui, per guardarlo meglio. Gli scost� un poco i capelli corvini dal collo. Era bello, cos�, sprofondato nel sonno, con un�espressione appagata e felice. Le labbra socchiuse, e un velo di barba. Oscar not� i capelli ancora sudati attaccati in piccole ciocche alla fronte, e li rimosse con delicatezza. Sorrise fra s�, ricordando la causa di quel sudore.
Erano entrati insieme nella camera da letto, abbracciati, quasi a sostenersi l�un l�altro, sopraffatti dall�emozione. Arrivati davanti al letto, si erano guardati negli occhi, sorridendosi timidamente. Andr� si era sciolto dall�abbraccio, prendendole la mano e facendola sedere sul bordo del letto. Si era poi seduto accanto a lei, iniziando ad accarezzarle il viso. A coprirla di baci. E lei non era rimasta passiva, ma aveva risposto con carezze e baci altrettanto appassionati. Il respiro mozzato, potevano sentire i battiti dei loro cuori impazziti, mentre insieme si sdraiavano sulle coperte. Avevano deciso, e non sarebbero tornati indietro: erano emozionati e tuttavia, sereni. Si sorridevano felici.
Andr� scivol� sopra di lei, mordicchiando il suo labbro inferiore, per farle accettare un nuovo bacio. Oscar infil� le mani nei suoi capelli, intrecciando le dita ai riccioli scuri. La sua bocca era dolce... Oscar pensava che nulla aveva un sapore cos� buono come la bocca di Andr�. Si staccarono per guardarsi di nuovo: gli occhi di Andr� brillavano alla luce di una candela, e Oscar vedeva riflesso il suo stesso desiderio. Si lasci� andare al tocco della mano di lui che la liberava della camicia, rivelando il bagliore bianco della sua pelle. Andr� ne rimase abbagliato per un momento: era bella, pens�. E lo disse: �Sei bella� e a quelle parole le guance di Oscar si imporporarono di un velo di rosa.
Andr� non riusciva a staccare lo sguardo da quella bellezza: i capelli le si accendevano dei toni del miele e dell�oro, la bocca resa rossa dai baci era come un frutto proibito appena profanato, del quale conservava il dolce sapore sulle sue labbra e i suoi seni, piccoli e rotondi, fremevano al suo sguardo pieno di desidero. Andr� si pieg� su di lei per baciare quella meraviglia incarnata. E stavolta lei non disse no, ma solo: �Oh Andr�, gemendo di piacere quando avvolse con la lingua il piccolo bocciolo rosato del suo seno. Febbrili, le mani di Oscar passarono dai suoi capelli al collo della sua camicia, gi� aperta, cercando di ritrovare quella pelle che aveva accarezzato poco prima. Andr� gemette a sua volta: lei aveva trovato il modo di ricambiare con le sue dita quella sensazione che lui le stava donando.
Oscar arross� al ricordo di come si erano poi spogliati a vicenda, sopraffatti dalla passione, senza alcuna vergogna. Ancora abbracciando Andr� da dietro pos� una guancia sulla sua schiena, fra le scapole: respirava il suo odore avidamente, e poi, non resistendo pi�, inizi� a baciarlo sul collo. Fece scivolare la mano lungo il suo fianco, accarezzandolo insistentemente. Niente da fare. Il bell�addormentato non reagiva. Dormire era la cosa che Andr� amava di pi�, dopo il mangiare. Lo sapeva bene: quante volte la nonna si disperava a chiamarlo perch� si alzasse, e quando era ragazzino spesso si svegliava a suon di botte di mestolo. E per di pi� ora doveva essere veramente sfinito: si era prodigato in tutti i modi per farle passare una notte d�amore indimenticabile. Oscar ridacchi� maliziosa, provando poi a mordicchiargli la spalla. Pensava che lui non si era proprio risparmiato: l�aveva baciata, accarezzata, mordicchiata e, di nuovo arrossiva, leccata. Come quando le aveva percorso tutto il corpo con i suoi baci, per terminare la sua esplorazione tra i riccioli biondi che velavano la sua intimit�. E, per fortuna, nessuno l�aveva sentita gridare. E poi, non resistendo pi� all�impeto della sua passione, Andr� l�aveva presa, e l�aveva amata donando tutto se stesso.
Oscar strofin� di nuovo la guancia dove il collo di Andr� incontrava le spalle. Ripensava alla sensazione incredibilmente bella d�averlo dentro di s�. E lo voleva ancora... se solo si fosse svegliato! Fece risalire la mano sulla sua schiena, per poi farla scivolare sul suo petto in un abbraccio, mentre continuava a mordicchiargli la spalla. Andr� mugugn� nel sonno. �Uhm....� Oscar si congratul� con se stessa: cominciava a reagire, finalmente! Certo, se ripensava alla foga del loro amplesso, poteva capire la sua stanchezza: il solo pensiero le procurava brividi deliziosi. Andr� l�aveva stretta in un abbraccio focoso, prima contenendosi, per essere delicato con lei, poi, seguendo i gemiti di lei, aveva dato sfogo alla sua passione. E Oscar doveva riconoscere di essere stata conquistata da quell�ardore. E lui non aveva solo fatto l�amore con lei, ma aveva risvegliato la donna che era in lei, e ora... doveva pagarne lo scotto. Adesso infatti gli mordicchiava il collo. E stavolta il bell�addormentato parl�: �MMmmhh... Oscar...� per poi ripiombare nel sonno ristoratore, non appena Oscar si ferm�, credendo di essere riuscita nell�impresa... per niente! Oscar cominciava a pensare di utilizzare qualche arma impropria, come il famoso mestolo, quando un�idea maliziosa si fece strada nella sua mente.
La sua mano cominci� ad accarezzare i suoi addominali con un movimento lento e voluttuoso, sottolineando con le dita la curva di ciascun muscolo, scendendo sempre pi� verso l�ombelico, esplorandolo con la punta del dito, per poi scivolare ancora pi� in basso. La pelle era calda, il respiro regolare nel sonno. Le dita di Oscar si insinuarono nei riccioli bruni, dove il corpo era pi� caldo.
E se Andr� dormiva ancora, la sua virilit� invece era ben sveglia! Oscar tratteneva il respiro, la guancia ancora appoggiata alla sua schiena: dunque era cos�... lo toccava per la prima volta. Lo aveva guardato, prima, quando aveva visto Andr� nudo per la prima volta, glorioso nella sua eccitazione, e lo aveva trovato bello. Si sent� avvampare. Era cos� dunque. La pelle era morbida, umida, e liscia.
Al suo tocco gentile il membro virile si mosse leggermente: ne rimase sorpresa e ritir� le dita. Poi si fece coraggio e di nuovo lo tocc�, ottenendo la stessa risposta. Oscar si fece ardita, e delicatamente lo strinse nella mano. Chiuse gli occhi: il calore che sentiva dentro di s�, ora lo sapeva, era il desiderio di lui. La sua mano lo percorreva, lo accarezzava, percependone le vene palpitanti sotto alla pelle. L�estremit� del membro attir� la sua attenzione: con la punta del dito sfior� il bordo di pelle che scopriva la punta. All�improvviso, la sua mano venne bloccata nella stretta della mano calda e forte di Andr�. �Oscar...� mormor� rauco: il bell�addormentato si era finalmente svegliato!
Oscar si sent� quasi come quando da bambina la nonna l'aveva pescata con le mani nella marmellata.
Andr� si gir� di scatto, afferrandola e stringendola fra le sue braccia.
�Piano Andr�, mi stritoli!� disse Oscar ridendo.
Ma l�ex bell�addormentato non aveva nessuna intenzione di allentare la presa sulla bionda. �Tu... brutta peste... meriti una punizione per avermi svegliato!� disse Andr� fissandola negli occhi con uno sguardo brillante di gioia.
Oscar sorrise birichina: �Ah, s�? E quale sarebbe la punizione? Cosa vorresti farmi?� disse mentre continuava a fingere di divincolarsi, ridacchiando.
�Uhm... vediamo... intanto potrei cominciare con questo...� E si chin� sul suo viso per avvicinare le sue labbra a quelle di lei, per catturarle in un bacio languido. Oscar si sent� sciogliere, sopraffatta dal calore che l�invadeva, e ricambi� il bacio di Andr� stringendosi a lui.
Si staccarono, il respiro lievemente ansante, e Andr� pos� il capo sul suo seno, chiudendo gli occhi.
�Sai, Oscar... temevo che svegliandomi avrei scoperto che era stato tutto un sogno, o peggio... che tu potessi aver cambiato idea e rimpiangere di avermi amato questa notte.� Sospir�.
Oscar gli pass� la mano nei capelli, in una carezza rassicurante. �Sciocco, come potevi pensare una cosa del genere? Lo sai che se prendo una decisione non torno mai indietro.� Poi gli sussurr� nei riccioli bruni: �E a parte questo... ti amo.�
Andr� ascoltava il battito del cuore di Oscar. In realt� non c�era bisogno che lei dicesse qualcosa. Neanche che lui dicesse qualcosa. Restarono cos�, un poco.
Oscar gli arruff� i capelli. �E allora, questa punizione? Tutto qui?� disse ridendo.
Andr� alz� il viso e con un sorriso splendido: �Niente affatto! Ho appena cominciato!� e ridendo si butt� su di lei, coprendola di baci.
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Dopo l�amore, rimasero cos�, abbracciati, a lungo. Poi Andr� parl� e disse: �Oscar... devo confessarti una cosa.�
Lei lo fiss� interrogativa, sgranando gli occhi azzurri. �Cosa?�
Lui si schiar� la gola: �Ehm... sai, prima... in realt� non dormivo affatto. Ero sveglio e volevo godermi le tue carezze. Desideravo che tu mi toccassi.�
Oscar strinse gli occhi e Andr� trattenne il respiro, finch� lei rispose: �Anch�io devo confessarti una cosa, Andr�.�
�Cosa, Oscar?� chiese lui, ansioso.
Oscar gli scocc� un�occhiata maliziosa: �Lo sapevo.�
~ FINE ~
Nota:
[1] Sonata per pianoforte a quattro mani in do maggiore K 521.
Questa sonata � stata composta da Mozart nel maggio del 1787 e da lui � stata dedicata alle sorelle Natrop, Nanette e Babette. Questa sonata � l'ultima delle sue composizioni a quattro mani per piano, e consiste di solo tre movimenti: allegro (allegro cantabile), andante e allegretto.
Potete ascoltarla su you tube. ^____^
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